INCONCEPIBILE STORIA SCONOSCIUTA / INCONCEIVABLE UNKNOWN STORY [ 2023 ]
Distribuzione di una lettera; lettera, busta, foto, tutto in 8 copie; spilla in metallo / Distribution of a letter; letter, envelope, photo, all in 8 copies; metal pin
L’azione si è svolta il 24 giugno 2023 alla Terrazza Frau, Spoleto, in occasione del programma di performance a cura del Centro per l’arte contemporanea Trebisonda. Grazie a Danilo Fiorucci, Benedetta Galli, Ugo Piccioni.
The action took place on June 24, 2023 at Terrazza Frau, Spoleto, as part of the performance program curated by the Center for Contemporary Art Trebisonda. Thanks to Danilo Fiorucci, Benedetta Galli, Ugo Piccioni.
Caro Ugo, ti ringrazio per l’aiuto che mi darai nella realizzazione del contributo per la Terrazza Frau e ti prego di ringraziare da parte mia Benedetta e gli amici del Centro Trebisonda per aver pensato al mio lavoro. Quella che ti propongo è una singola azione che si ripeterà per otto volte nell’arco del pomeriggio o serata di svolgimento dell’evento. L’azione consiste ogni volta nel consegnare una lettera e un bicchiere d’acqua a una persona tra quelle presenti. La lettera è una lettera d’amore il cui destinatario non è specificato. Si intuisce, leggendola, che chi scrive si rivolge a un’opera d’arte, o alla storia dell’arte o al lavoro artistico in generale. A consegnarla è un cameriere che, come unico segno di distinzione, porta al petto la spilla di metallo con la scritta: LA STORIA DELL’ARTE È UNA STORIA INCONTENIBILMENTE TRISTE. L’azione si armonizza alla logica di un consueto cocktail in terrazza, mimetizzandosi con l’ordinario svolgimento delle faccende di chi lavora servendo ai tavoli. Non dev’esserci nessuna sottolineatura. La consegna della lettera e dell’acqua avviene come per un bicchiere di vino che sia stato ordinato. La persona che riceve la lettera e il bicchiere d’acqua, certo, non ha ordinato né l’una né l’altra, e probabilmente porrà domande al cameriere, il quale possibilmente non si perderà in spiegazioni, magari sorriderà e non dirà nulla, oppure risponderà soltanto: «È una lettera d’amore, ma non so altro. L’acqua minerale è molto fresca.» Lo specifico carattere di questa azione nasce proprio dal fatto che io non potrò essere presente, e che mi trovo a pensare a voi, alla situazione (da voi progettata in un luogo da me solo immaginato) e all’opera (che esisterà a un certo punto, in quella situazione), da distante. Nelle distanze ingrassano i fantasmi, le immagini illusorie che sono la schiuma dei sentimenti che proviamo riguardo alle cose lontane. Il mio sentimento, in questo caso, è un sentimento d’amore verso il lavoro che noi facciamo, senza sapere né il cosa né il perché né il dove di quel che facciamo o che faremo. E dal momento che parlare d’amore è il segno più manifesto della solitudine di chi parla, e della sua distanza dall’oggetto desiderato, allora l’oggetto dell’amore di cui io parlo, ossia l’opera e la situazione in cui l’opera si fa e si mostra, è proprio un oggetto che mi allontana, tenendomi qui dove sono, un qui abbastanza contraddittorio, esteso e inesistente, puntiforme e plurimo, da non potersi mai esaurire. Il cameriere messaggero d’amore, sarebbe l’ideale se fosse un vecchio magro e alto, con i baffetti e il viso scavato, l’aria professionale, dai modi gentili che non sono mai diretti, muto e abile nel non esserci ancor più che nell’esserci, e che ha una tristezza dignitosa, frutto professionale di uno sguardo allenato a rilevare intorno a sé i minimi bisogni umani, le indecisioni umane, i capricci umani. Ma non vorrei crearti problemi con una richiesta troppo precisa. Se un tipo del genere non fosse disponibile, allora un buon sostituto potrebbe essere una persona che risponda almeno a due o tre (sono sufficienti) dei seguenti requisiti: (01) non parla una parola d’italiano (02) è un apprendista cameriere (03) è un vecchio cameriere in pensione (04) è molto più alto o molto più basso della media (05) è timido e arrossisce facilmente (06) ha molte rughe (07) ha una cicatrice evidente in un punto scoperto del corpo (08) è stato in cura / è ancora in cura da qualche tipo di dipendenza (09) non ha figli (10) zoppica (11) sa cantare le serenate (12) pratica una specialità di atletica (13) assomiglia a un attore dei fotoromanzi (14) una volta ha visitato un museo (15) va a ballare in balera o in discoteca (16) ha svolto o svolge lavori in campagna (17) non è mai andato a Roma (18) si commuove se pensa al tempo che passa (19) pensa che l’arte sia giusta (20) pensa che il mondo sia ingiusto Il vassoio è un vassoio da bar, nessuna indicazione in particolare. (VASSOIO 1) Da ragazzo ero attratto da un bar che si chiamava Bar delle Rose, ed era quasi sempre vuoto, e i vassoi erano quelli di latta con la pubblicità dei gelati. Anche nel bar Las Vegas, dove in terza media andavamo a giocare a biliardo, c’erano i vassoi con le pubblicità stampate. (VASSOIO 2) Ho servito ai tavoli in una pizzeria di parenti di mia madre, in Emilia, e il fatto che quei vassoi dal bordo rialzato si chiamassero cabaret, la trovavo una cosa divertente. (VASSOIO 3) In una performance che feci a Roma (Studio Hyunnart, 2006) una giovane ragazza canadese distribuiva cioccolatini su un vassoio d’argento. Penso di aver detto tutto. Qui sotto ti aggiungo la didascalia. Se manca qualcosa, mi trovi in qualunque momento. Un abbraccio, Pasquale. Milano, 9 giugno 2023
Dear Ugo, thank you for your help in the realization of my contribution to Terrazza Frau, and please thank for me Benedetta and the friends of the Trebisonda Center for considering my work. What I am proposing is a single action that will be repeated eight times over the course of the afternoon or evening of the event. The action each time consists of delivering a letter and a glass of water to one person from among those present. The letter is a love letter whose recipient is not specified. One guesses from reading it that the writer is addressing a work of art, or art history or artwork in general. Delivering it is a waiter who, as his only mark of distinction, wears on his chest the metal pin with the inscription: THE HISTORY OF ART IS AN INCONTENIBLY SAD HISTORY. The action harmonizes with the logic of a customary cocktail party on the terrace, blending in with the ordinary course of the chores of those who work serving at the tables. There must be no underlining. The delivery of the letter and water occurs as with a glass of wine that has been ordered. The person who receives the letter and the glass of water, of course, has ordered neither, and will probably ask questions of the waiter, who will possibly not get lost in explanation, perhaps smile and say nothing, or answer only, "It's a love letter, but that's all I know. The mineral water is very fresh." The specific character of this action arises precisely from the fact that I will not be able to be present, and that I find myself thinking about you, about the situation (designed by you in a place only imagined by me) and the work (which will exist at some point, in that situation), from a distance. The distances fatten the ghosts, the illusory images that are the foam of the feelings we have about things far away. My feeling, in this case, is a feeling of love toward the work we do, without knowing the what or why or where of what we do or will do. And since talking about love is the most manifest sign of the speaker's loneliness, and of his distance from the desired object, then the object of love of which I speak, that is, the work and the situation in which the work is made and shown, is precisely an object that distances me, keeping me here where I am, a here that is contradictory enough, extended and nonexistent, pointlike and multiple, that it can never be exhausted. The messenger waiter of love, would be ideal if he were a thin, tall old man with a moustache and a hollowed-out face, a professional air, with gentle manners that are never direct, dumb and skilled at not being there even more than at being there, and who has a dignified sadness, the professional fruit of a gaze trained to detect around him the slightest human needs, human indecisions, human whims. But I wouldn't want to trouble you with too precise a request. If such a guy is not available, then a good substitute might be a person who meets at least two or three (are sufficient) of the following requirements: (01) does not speak a word of Italian (02) is an apprentice waiter (03) is an old, retired waiter (04) is much taller or much shorter than average (05) is shy and blushes easily (06) has many wrinkles (07) has a noticeable scar in an uncovered spot on his body (08) has been in treatment/is still being treated by some kind of addiction (09) has no children (10) has a limp (11) can sing serenades (12) practices a specialty of athletics (13) looks like an actor from photostories (14) once visited a museum (15) goes dancing at dance halls or discos (16) has done or does work in the countryside (17) has never gone to Rome (18) is moved when he thinks about the passing of time (19) thinks art is right (20) thinks the world is unfair The tray is a bar tray, no indication in particular. (TRAY 1) As a boy, I was attracted to a bar called the Rose Bar, which was almost always empty, and the trays were the tin ones with ice cream advertisements. Even in the Las Vegas bar, where we went to play pool in junior high school, there were trays with printed advertisements. (TRAY 2) I waited tables at a pizzeria owned by my mother's relatives in Emilia, and the fact that those raised-edge trays were called cabaret, I found it a funny thing. (TRAY 3) In a performance I did in Rome (Studio Hyunnart, 2006) a young Canadian girl was handing out chocolates on a silver tray. I think I've said it all. I'll add the caption below. If anything is missing, you can find me anytime. A hug, Pasquale. Milan, June 9, 2023